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Picabia, Francis.

Pittore e scrittore francese. Di origine cubana da parte di padre, è da considerare tra le personalità più significative della prima avanguardia, soprattutto in virtù dei suoi tentativi mirati a rompere con il tradizionale linguaggio figurativo, pur non aderendo mai a uno stile o ad un movimento preciso. Dotato di una sensibilità originale, P. completò i suoi studi presso la Scuola di belle arti e la Scuola di arti decorative di Parigi e iniziò il suo percorso pittorico attraverso l'esperienza tardo-impressionista risentendo, almeno fino ai primi anni del nuovo secolo, dell'influenza di Sisley e Pissarro. L'avvicinamento al Fauvismo (1908), con la sua violenta esplosione di colore, steso in tonalità pure, segnò l'inizio della sua ricerca verso nuove forme espressive. Già nel 1910, affascinato dalle avanguardie cubiste, entrò in contatto con Duchamp e Apollinaire, volgendosi subito dopo verso le nuove ricerche sulla luce e sul colore condotte da Delaunay e dal gruppo orfista di Puteaux (1911). Tra i membri fondatori della Section d'Or, P. fu a New York nel 1913 in occasione dell'esposizione all'Armory Show con due quadri che ottennero un grande successo di pubblico a dispetto del generale scetticismo, Danza alla sorgente e Processione a Siviglia. Fu in quel contesto che ebbe inizio la collaborazione con il fotografo Alfred Stieglitz, sia attraverso una personale presentata alla Photo-Secession Gallery, sia tramite la partecipazione alla sua rivista "Camera Work", sulle cui pagine si fece promotore dell'amorfismo, un attacco satirico alle tendenze dell'arte contemporanea. Le opere di questo periodo risentivano già in maniera marcata dello sperimentalismo in corso e risultavano caratterizzate dall'inserimento di elementi meccanico-anatomici, utilizzati in chiave simbolica, e di titoli e scritte apparentemente slegati dal contesto del dipinto; particolarmente significative, fra le altre: Edtaonisl (1913, Art Institute of Chicago) e Udnie (1913, Parigi, Musée National d'Art Moderne). Con i lavori successivi, Very rare picture on the Earth (1915, Venezia, Collezione Guggenheim), Paroxysme de la douleur (1915, Parigi, Collezione Collinet) e soprattutto con la serie di acquerelli e disegni Voilà la fille née sans mère (1917), P. inaugurò la cosiddetta fase "macchinista", in cui veniva celebrato, in linea con la coeva consacrazione futurista, l'avvento del motore e della macchina. Dopo la proficua esperienza della rivista "391", fondata nel 1917 a Barcellona, ideale proseguimento della precedente "291" e alla quale collaborarono le figure più in vista dell'avanguardia artistica e letteraria (da Apollinaire, a Breton, a Man Ray, allo stesso Duchamp), P. collaborò attivamente con Tristan Tzara all'affermazione definitiva del movimento dadaista in Europa, diventandone in breve uno degli esponenti di punta. L'influenza del Surrealismo, già avvertita nel corso del soggiorno parigino (1919-25), si affermò decisamente negli anni successivi allorché P., trasferitosi in Costa Azzurra, diede il via al suo personalissimo percorso pittorico, caratterizzato dalle serie dei mostri (1922-27), delle spagnole e delle trasparenze (1927-35). Tra le opere di questo periodo, particolarmente interessante appare l'Idillio (1925-26, Grenoble, Musée de Peinture et de Sculpture). Nel secondo dopoguerra, dopo una breve stagione astrattista ispirata alla poetica informale, fece ritorno al filone surrealista, dando vita insieme a Breton alla rivista "491". Poeta oltre che pittore, P. si dedicò anche alla sceneggiatura, collaborando al film Entr'acte (1924) di René Clair. La sua prima importante retrospettiva venne allestita nel 1949 a Marsiglia (Parigi 1879-1953).
Francis Picabia: “Ednia”, 1913 (Parigi, Musée National d'Art Moderne)